
Nell’immaginario collettivo italiano, alla parola ‘danza’ si associa immediatamente il nome di Carla Fracci, una delle più grandi prime ballerine del XX secolo e uno dei simboli dell’Italia nel mondo.
Proprio così, perché Carla Fracci, milanese classe ʿ36, dopo il diploma alla prestigiosa Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, ha solcato i palcoscenici più importanti, danzando con celebri partner quali Erik Bruhn, Michail Baryshnikov, Vladimir Vasiliev, Rudolf Nureyev e tanti altri.
La sua grazia e sensibilità scenica non potevano lasciare indifferenti e, nel 1981, il «New York Times» l’ha definita “prima ballerina assoluta”, titolo raro che viene assegnato a ballerine considerate eccezionali nella loro generazione.
Per lo più ballerina romantica, è ricordata soprattutto per la sua raffinata interpretazione di Giselle (https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=MRPzTc_CXPs&feature=youtu.be), che l’ha fatta entrare nel firmamento tersicoreo.
Per rendere omaggio alla sua carriera e al contributo offerto alla cultura italiana, la casa di produzione Anele, in collaborazione con Rai Fiction, produrrà un film con l’intento di “restituire in chiave romanzata e drammaturgica l’immagine di Carla Fracci”.
In attesa di vederlo in tv, ecco una poesia del premio Nobel Eugenio Montale, scritta nel 1969 e dedicata alla ballerina:
La danzatrice stanca
Torna a fiorir la rosa
che pur dianzi languia…
dianzi? Vuol dire dapprima, poco fa.
e quando mai può dirsi per stagioni
che s’incastrano l’una nell’altra, amorfe?
ma si parla della rifioritura
d’una convalescente, di una guancia
meno pallente ove non sia muffito
l’aggettivo, del più vivido accendersi
dell’occhio, anzi del guardo.
è questo il solo fiore che rimane
con qualche merto d’un tuo dulcamara.
a te bastano i piedi sulla bilancia
per misurare i pochi milligrammi
che i già defunti turni stagionali
non seppero sottrarti. poi potrai
rimettere le ali non più nubecola
celeste ma terrestre e non è detto
che il cielo se ne accorga. basta che uno
stupisca che il tuo fiore si rincarna
si meraviglia. non è di tutti i giorni
in questi nivei défilés di morte.
Articolo di Floriana Ciniglia